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RE-EVOLUZIONE UMANA


Come vivere le 4 aree base dell’essere umano esistenziale-fisica-emozionale-cognitiva
in modo performante.


Andrea Ghedina, l’autore, ha vissuto un’esperienza di pre-morte che ha cambiato per sempre la sua percezione dell’esistenza. Era il 1997. Quel giorno ebbe la precisa percezione che in breve tempo sarebbe morto, se la sua vita non avesse cambiato direzione in modo importante. Da allora, grazie al suo cammino personale e alla condivisione delle esperienze dirette e presenti in letteratura, ha trasformato il suo modo di vivere molte volte. Laureato in osteopatia in Germania, lavora come osteopata, occupandosi In particolare di ritmi bio-oscillatori e di come utilizzare differenti approcci palpatori ritmici a fini terapeutici. In quel lontano 1997, quando ebbe la buona sorte di vedersi morto in una visione lucida, senza morire, iniziò il viaggio per una ricerca di consapevolezza, che lo ha portato oggi a scrivere una parte del suo percorso, ma soprattutto le soluzioni che questa via ha reso oggi disponibili a tutti.

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PREFAZIONE



>Leggendo il mio amico Andrea… un’iguana che si tempra nel verde, come il gallo rosso che danza nella notte colorata di blu da Šagal, il pittore bielorusso che dopo aver incontrato il Cigno nero nel ghetto ebraico di San Pietroburgo ha iniziato una nuova vita vietata dalla Torah ed ha preso il nome francese. Posso ascoltare una musica dolce che suona soltanto per me, la sua sessione ritmica nasce da pene d’onore e d’amore… su di essa le parole raccontano un sogno… “un sogno così (di quelli che pensi) non ritorni mai più” cantava del metafisico uomo in frac che nella sua prima vita abita in un luogo dove si spengono i rumori… Dorme tutta la città? Solo va un uomo in frac… Ha l’aspetto trasognato, malinconico ed assente… non si sa da dove vien, né dove va… chi mai sarà, quell’uomo in frac… che nella canzone sparisce sul ponte guardando l’acqua scura con la dannata voglia di fare un tuffo giù… Forse un angelo vestito da passante lo portò via dicendogli Meravigliosoooooo… un uomo malinconico, trasognato ed assente che si vede finito e si fa rapire da un angelo, che è sempre lui, che da buon mago si trasforma in quella parte “serafica” di sé che lo rapisce e lo fa “Volare oh oh / cantare oh oh oh, / nel blu dipinto di blu, / felice di stare lassù, / e volavo volavo felice più in alto del sole ed ancora più su, / mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù”… Leggendo il mio amico Andrea ricordo quel ritornello, quell’inno alla libertà, libertà di sognare, di essere felici e leggeri tanto da contrastare il fardello della forza di gravità che ti schiaccia verso il reale, per poter finalmente danzare nel cielo tinto di questo blu meraviglioso… meraviglioso perché ci sei volato, perché da lì sei tornato, e lo hai scelto tu. Leggendo il mio amico Andrea ho letto storie che raccontano quanto si apprende nel decollo, nel volo, nell’atterraggio, ma soprattutto racconti sul suo ritorno, su quanto è stancante ma nel contempo vivificante l’allenamento quotidiano, pragmatico, da utilizzare per dare un ritmo alla volontà, alla creatività, al cogito, alle emozioni, al corpo, all’esistenza… alla tua re-evoluzione.

Chritian Lunghi

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